Ucraina ed economia: il punto dopo un anno di guerra

| Jacopo Beggiora (Ce.S.E.D.) | Area tecnica (TECH)

Il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dato il via ad una ”operazione militare speciale" per difendere le repubbliche autoproclamante del Doneck e Lugansk (dichiaratamente filo-russe), dall'aggressione "fascista" del governo ucraino.
A un anno dall'inizio dell'invasione, la guerra tritura in maniera implacabile le già scarse risorse dell'Ucraina, falciata dalla crisi economica imperante ed un livello di corruzione tra i più alti d'Europa. Il paese ha ormai perso un terzo del PIL nazionale.
I danni alle infrastrutture sono ingenti, con le città in fiamme e gli edifici distrutti dai bombardamenti russi: 138 miliardi di dollari stimati per le riparazioni.
Il mondo occidentale sta agendo seguendo due correnti differenti: da un lato, sanzionando il governo russo, colpendo i maggiori oligarchi e le maggiori aziende, nel tentativo di strangolare l'economia di guerra; dall'altro, inviando aiuti all'Ucraina.
Come specificato sopra, le sanzioni alla Russia hanno finalità di indebolirne le capacità belliche: 21,5 miliardi di euro congelati e 300 ulteriori miliardi della banca centrale russa.
Tra le misure, divise in 10 pacchetti, sono incluse sanzioni individuali ai membri della Duma di Stato russa (in cima alla lista Putin stesso e Sergej Lavrov, ministro degli affari esteri e tra i "fedelissimi" dello zar), chiusura dello spazio aereo UE agli aerei russi, divieto di fornire armi e divieto di importazione di petrolio greggio russo. Poiché Mosca tende ad aggirare queste sanzioni, molto spesso aiutata anche da paesi come l'Iran (che la rifornisce di droni) e la Bielorussia, anch'essi sanzionati, il Consiglio europeo ha deciso di aggiungerne ulteriori.
Per quanto riguarda gli aiuti all'Ucraina, questi ultimi sono di tipo vario: oltre ai già noti aiuti militari e ai 7,2 miliardi di assistenza macrofinanziaria e i 620 milioni di euro di sostegno al bilancio, sono stati messi a disposizione 688 milioni a favore dei civili: cibo, acqua, assistenza sanitaria. Ulteriori 330 milioni di euro andranno ai servizi di prima necessità, come ad esempio l'istruzione, oppure la gestione degli sfollati sia interni che verso l'estero.
I corridoi umanitari, che collegano l'UE con la Moldavia e l'Ucraina stessa, sono un ulteriore aiuto messo in campo da diversi stati: permettono l'esportazione e l'importazione di prodotti agricoli e la fuga dei cittadini, incalzati dalla guerra incombente; si sono tuttavia riscontrati problemi logistici quali costi elevati di import ed export, ed Amnesty International ha denunciato generale insicurezza di questi stessi corridoi: le truppe russe infatti li bombardano costantemente, rendendo estremamente pericoloso l'attraversamento.
Infine, l'Occidente ha stanziato un piano di ricostruzione postbellica: non è ancora noto cosa sarà necessario ricostruire, ma Kiev avrà sostegno continuo. Si è già creata una piattaforma di coordinamento dei donatori per aiutare la ripresa ucraina, con obiettivo di assicurare maggiore dialogo tra tutti color che intendono aderire a questo tipo di iniziativa. 

Il futuro andamento della guerra è ancora incerto, ma si auspica il raggiungimento di un cessate il fuoco ed una pace giusta il più presto possibile.



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