PNRR: una vera e propria sfida per l'Italia

| Valentina Vainolo (Ce.S.E.D.) | PNRR news
Il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza è un’occasione unica per l’Italia e per l’Europa, ma in che modo il Governo può gestire i fondi nel miglior modo?

È da tempo che si sente spesso parlare di Pnrr e di quanto sia importante per l’Italia saperlo sfruttare al meglio, ma in cosa consiste di preciso?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un programma attuato dal Governo italiano per gestire i fondi del Next Generation Eu, ovvero lo strumento pensato dall’Unione Europea per la ripresa ed il rilancio dell’economia, dopo le perdite causate dalla pandemia, attraverso una serie di sovvenzioni e prestiti concessi agli Stati Membri. Il Pnrr italiano venne redatto dal governo Draghi ed approvato dalla Commissione europea nel giugno 2021. Esso prevede una serie di misure, che vanno dalle riforme normative agli investimenti economici.

Per quale motivo allora il Pnrr è una sfida così complessa per l'Italia? Il problema sta nel capire come gestire al meglio questi fondi, anche se, va ricordato, da qui alla scadenza del programma (che avverrà nel 2026) vi è tempo a sufficienza per portare a termine tutti gli investimenti e le riforme previste. È stato ripetuto più volte che il Pnrr sia un’occasione d’oro per l'Italia e per tutti gli altri Stati che ne beneficeranno ed effettivamente è vero: sarà un’occasione molto importante per risanare le economie, che hanno subito gravi conseguenze sia a causa della pandemia causata dal Covid-19, sia a causa della guerra scatenata dalla Russia; inoltre, l’attuazione dei piani nazionali sarà di fondamentale importanza anche per gettare le basi a favore di una ripresa sostenibile.

Next Generation Eu ha messo a disposizione, in poco più di un anno e mezzo, già 150 miliardi di euro agli Stati membri dell’UE, dei quali 67 miliardi destinati all’Italia: i primi 24,9 miliardi sono stati erogati nell’agosto del 2021 in forma di pre-finanziamento; la prima rata da 21 miliardi è stata, invece, erogata nell’aprile 2022 e successivamente la seconda rata, di uguale importo, nel dicembre dello stesso anno. Per l’erogazione della terza rata, che consisterebbe in 19 miliardi di euro, si deve ancora attendere la valutazione della task force sul Pnrr della Commissione europea, che sta passando in rassegna 55 obiettivi e traguardi che l'Italia era chiamata a portare a termine nel secondo semestre del 2022. Questa valutazione sarebbe dovuta avvenire a fine febbraio ma è, poi, stata rimandata a fine aprile, mese importante anche per un altro motivo: entro fine mese il Governo deve presentare il Pnrr rivisto ed integrato con il nuovo capitolo energetico RePowerEu.

Proprio a questo proposito è bene citare l’Assemblea del Senato che ha avuto luogo giovedì 13 aprile per discutere della relazione semestrale sul Pnrr e del fatto che entro giugno, al massimo, il Governo sia tenuto a varare il provvedimento sul RePowerEu sopracitato. In Aula è intervenuto il ministro Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione ed il Pnrr; durante il suo intervento egli è tornato a difendere il decreto-legge che rivoluziona la governance del Piano e prevede una serie di semplificazioni. La soluzione, secondo Fitto, per l’Italia sarebbe puntare sulla flessibilità: individuare i progetti validi ma non realizzabili entro giugno 2026 e posticiparli su un fondo – quello delle politiche di coesione - che vede come data ultima per la rendicontazione finale il 31 dicembre 2029; il ministro ha voluto sottolineare, infine, che il problema non è solo di quantità, ma anche di qualità della spesa e che l’obiettivo debba essere poter utilizzare tutte le risorse in modo efficace ed efficiente.

Nel frattempo, l’Italia deve anche assicurarsi la quarta rata da 16 miliardi di euro. In questo caso l’obiettivo sarà raggiungere 20 milestones e 7 target e, come prima cosa, attuare la riforma della giustizia civile e penale, il codice per gli appalti e la riforma del pubblico impiego.

 



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