La rivoluzione fiscale del Governo Meloni

| Valentina Vainolo (Ce.S.E.D.) | Area fiscale (TAX)
È stato approvato dal Cdm, nella serata di giovedì 16 marzo 2023, il nuovo disegno di legge per la riforma fiscale: si parla di una svolta epocale da parte del governo Meloni che riscrive completamente l’attuale sistema tributario.  

Una delle caratteristiche principali della destra italiana è da sempre stata quella di accusare la controparte di sinistra di gravare troppo sulle tasche degli italiani a causa di un’elevata pressione fiscale. Infatti, ora che vi è al governo un partito apertamente di destra, fatto che non accadeva da decenni, si inizia già a parlare di riforma fiscale. Il governo Meloni ha sempre puntato molto sulla retorica “anti-tasse” già dalla campagna elettorale ed ora è giunto il momento di passare dalle promesse ai fatti.

Facciamo allora un breve excursus dei punti principali della riforma fiscale approvata nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. Lo scopo della riforma sarebbe appunto quello di ridurre e razionalizzare tutti i tributi, andando in contro alle esigenze di cittadini, famiglie ed imprese. Il governo ha, inoltre, affermato che le regole della nuova riforma saranno operative entro due anni dall’entrata in vigore della legge delega.

Innanzitutto, uno dei cambiamenti principali riguarda l’IRPEF, che, in una prospettiva di riduzione della pressione fiscale, passerà da 4 aliquote a 3, insieme all’introduzione della flat tax incrementale per tutti, ossia un’imposta con un’unica aliquota da applicare agli aumenti di reddito registrati da un contribuente di anno in anno. Riguardo quest’ultimo punto i sindacati ne sono fortemente contrari perché sostengono che andrebbe a vantaggio dei redditi più alti.

Un’altra importante novità riguarda le imprese: nello specifico è prevista una riduzione dell’attuale aliquota Ires (che oggi è al 24%) per chi investe e/o assume. La stessa Meloni ha affermato in uno dei suoi interventi in Aula che “il messaggio è sempre: più investi, meno tasse paghi allo Stato”. È prevista, inoltre, una graduale eliminazione dell’Irap, ovvero dell’imposta regionale sulle attività produttive, che colpisce il valore di produzione dei commercianti e dei lavoratori autonomi.

Attraverso questa riforma fiscale si riscrivono anche le regole della lotta all’evasione fiscale, che passa da un’ottica di repressione ad un'ottica di prevenzione.

Un altro obiettivo del governo è di modificare il sistema sanzionatorio tributario: vi sarà un alleggerimento della pena per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili; inoltre, nella valutazione della rilevanza penale del fatto si terrà conto anche dei casi in cui siano stati raggiunti accordi in sede amministrativa e giudiziaria.

Infine, per quanto riguarda l’IVA, ossia l’imposta sul valore aggiunto che si paga acquistando beni e servizi, la riforma propone una razionalizzazione del numero delle aliquote.

Questi sono i punti principali della riforma fiscale del governo Meloni che dovrebbero essere attuati nel giro di ventiquattro mesi. Ora non resta che vedere se saranno tutti realmente applicabili e se vi sarà un effettivo abbassamento della pressione fiscale, tasto molto dolente soprattutto dopo quest’ultimo anno che ha visto un generale aumento dei prezzi e delle tasse, esasperando i redditi dei cittadini italiani.

 



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