LEGGE DI BILANCIO 2023 – varata il 21 novembre 2022

| Andrea Mengo, Ce.S.E.D. | Area legale (LAW)

Lo scorso 21 novembre, il Consiglio dei Ministri ha varato la prima Legge di Bilancio di competenza del Governo Meloni che, come spesso annunciato dalla Neopremier, promette di portare grandi novità per il 2023. Le misure annunciate mirano a coprire più ambiti possibili, prevedendo spese che si aggirano intorno ai 35 miliardi di euro.

Per le famiglie, il governo Meloni mira ad intervenire con degli aiuti attinenti al caro bollette, mai così attuale come in questo periodo, per poi impegnarsi anche nella maggiorazione degli assegni unici per i figli o le famiglie numerose, nell’aumento del congedo parentale fino ai 6 anni di vita del bambino, fino alla proroga delle agevolazioni per i giovani under 36 per l’acquisto della prima casa.

Sul tema lavoro, la Legge di Bilancio introduce nuove agevolazioni per assunzioni a tempo indeterminato, favorendo il lavoro femminile, giovanile under 36 e dei percettori di Reddito di Cittadinanza.

Ed è proprio il Reddito di Cittadinanza uno dei temi più caldi di questi giorni, in quanto il nuovo Governo punta ad abolire totalmente la misura dal 2024 per le persone ritenute “occupabili”, usando il 2023 come anno di transizione. A sostituirlo, sono già stati individuati due strumenti: uno a tutela degli inabili al lavoro, e uno per le politiche attive degli occupabili.

Altra novità fortemente voluta dai partiti di centro-destra riguarda la flat tax forfettaria al 15% della quale possono beneficiare percettori di redditi d’impresa e di lavoro autonomi, e che sostituisce gli adempimenti IRPEF, IRES e IVA; essa verrà aumentata dagli attuali 65mila euro di tetto annuo di fatturato, a 85mila, imponendo però l’uscita immediata dal regime forfettario al superamento dei 100.000 €, senza attendere l’anno successivo. Compare anche una flat tax c.d. incrementale, della quale si prevede saranno beneficiari solamente i lavoratori autonomi non aderenti a quella ordinaria, potendo assoggettare gli incrementi di reddito rispetto all’anno precedente.

Prevista anche la tregua fiscale, con delle distinzioni: per i debiti precedenti al 2015, l’obbligo di pagamento grava solo per importi superiori a 1000 euro, i cui soggetti passivi potranno pagare in rate da 5 anni, senza che su di loro gravino interessi o sanzioni. Per i debiti tributari omessi in dichiarazione dei redditi precedenti al 2021 è prevista una maggiorazione del 5% sostitutiva degli oneri sanzionatori, con una rateazione massima di 2 anni; maggiorazione del 3% e pagamento in 5 anni sono invece previste per debiti dichiarati e non pagati. Tregua fiscale prevista anche per gli avvisi di accertamento e per i contenziosi già avviati, che saranno sanzionati al 5% e rateizzabili rispettivamente in 2 e 5 anni. Le condizioni degli ultimi saranno alternativamente negoziabili con il Fisco.

Sul fronte imprese, vengono prorogati il Fondo Garanzia per le PMI, che vede un nuovo stanziamento di 1 milione di euro per l’anno che verrà e il Bonus IPO, che agevola la quotazione in borsa delle PMI. Viene anche riconfermata la sospensione della plastic and sugar tax per il 2023 e vengono introdotti dei buoni di lavoro stagionale fino al 10.000 €.

Ultime, ma non per importanza, sono le altre misure previste, che riguardano il tanto dibattuto innalzamento al tetto del contante a 5.000 €, la riduzione dell’aliquota IVA su prodotti per infanzia e igiene intima femminile al 5%, e lo stanziamento di nuove risorse per scuole, sanità, enti locali, trasporti, e bonus rottamazione TV.

Ora si attende l’approvazione di Camera e Senato, affinché la Legge di Bilancio venga approvata entro la fine dell’anno in corso, per entrare in vigore il primo giorno del nuovo anno.

Autore: Andrea Mengo, Ce.S.E.D.

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